Poesia Tre
Guanda Editore
1981

Nota introduttiva alla sezione di
Marina Mariani
Anche se, per altri aspetti, sono proprio le poesie più brevi a darci la misura della finezza e duttilità di linguaggio di M.M., non c’è dubbio che l’attenzione del lettore di questa raccolta sia prevalentemente calamitata dalle due composizioni più lunghe e discorsive che si intitolano, rispettivamente, “Le parole” e “Le more”.
Composizioni, occorre sottolineare, tanto efficaci quanto singolari addirittura “bizzarre”, prive cioè, almeno a prima vista, di specifici antecedenti e riscontri nella poesia italiana di questi anni, e centrate su un inestricabile intreccio fra mitologia personale e familiare, archetipi fiabeschi e semplificazione (o trasfigurazione) ironico-naïve dei “grandi" miti della nostra povera Storia.
Ed ecco, così, Cenerentola e l’Anatroccolo insinuarsi tra le foto di famiglia e quelle di “donna” Rachele Mussolini, tra le passeggiate in via del Corso o lungo il viottolo delle more e l’orribile mostro bianco dell’Altare della Patria…
Miscuglio ferocemente tenero e gustoso che l’autrice dipana e fissa con mano esperta, con leggerezza e fermezza di tocco davvero non 
comuni.